LE ORIGINI

 

Il vitigno del prosecco, probabilmente, ha origine in territorio triestino e ha preso il nome dal comune di Prosecco. Precisamente verso la fine del 500 l’identificazione del castellum nobile vino Pucinum con il Castello di Prosecco, sito nei pressi dell’omonimo comune portò alla denominazione definitiva del vino in Prosecco. A questo proposito il Villafranchi, nel 1773, nel suo saggio “Enologia Toscana” , scriveva “… Tra quelli d'italia era dai Romani infinitamente gradito il vino Puccino, latinamente Puxinum, oggi giorno detto Prosecco, che tuttora si raccoglie nel pendio del monte di Contuel in faccia al Mare Adriatico, poche migliaia distante da Trieste…”.

 

Bisogna, invece, far risalire tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, lo sviluppo e la coltivazione del vitigno di Prosecco in tutta la fascia collinare veneto- friulana.

Infatti, agli inizi del '800, Francesco Maria Malvolti, in sede all'Accademia di Conegliano, notava “… chi non sa quanto squisiti siano i nostri Marzemini, Bianchetti, Prosecchi, Moscatelli…”.

La produzione si è poi estesa espandendosi nei territori limitrofi pianeggianti di Veneto e Friuli, nei quali, ad inizio ‘900, grazie alle nuove tecnologie di spumantizzazione è nato il Prosecco come lo conosciamo oggi.

 

Nel 1868 Antonio Carpenè, assieme ai soci Caccianiga, Malvolti e Vianello, fonda la "Società Enologica Trevigiana", ed è con la nascita di questa istituzione che il Prosecco inizia ad essere apprezzato ed individuato come vino da promuovere, diffondere e valorizzare.

 

Nel 1877, Antonio Carpenè insieme all'amico Cerletti crea, a Conegliano, la prima Scuola Enologica in Italia, una sorta di Ateneo del vino.

La Scuola ha avuto tra i suoi docenti più noti, personaggi di altissimo prestigio internazionale come Arturo Marescalchi, Giovanni Dalmasso e Luigi Manzoni i quali posero le basi per la moderna Scienza viticola ed enologica.

Marescalchi diventò sottosegretario all'Agricoltura, Dalmasso fondò l'Accademia della Vite e del Vino e fu preside della facoltà di Agraria dell’Università di Torino mentre il Manzoni realizzò quegli incroci che tramandano il suo nome, legato a vini eccellenti.

 

All’interno della Scuola nasce il metodo di spumantizzazione Conegliano Valdobbiadene, messo a punto da Antonio Carpenè, rielaborazione del metodo italiano (rifermentazione del vino assieme a zucchero e lieviti in autoclave per un tempo di almeno 30 giorni).

Nel 1923 i professori Giusti e Dalmasso, spinti dal crescente bisogno dei produttori di un organismo che si dedicasse in modo specifico alla ricerca scientifica e capace di risolvere i problemi quotidiani dei viticoltori, fondarono la Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia di Conegliano, divenuta nel 2004, CRA – Centro Ricerca per la Viticoltura.

Qui il Prof. Giovanni Dalmasso nel 1936, studiò l’area di Conegliano e Valdobbiadene e, alla luce dell’“antichissima tradizione alla produzione di vini bianchi preparati nel tipo asciutto frizzante o spumante”, ne propose la delimitazione. Nel 1969 il Ministero dell’Agricoltura, grazie al lavoro del Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, riconosce questi territori come unica zona DOC di produzione del Prosecco e del Superiore di Cartizze.

 

Successivamente, il 1 agosto del 2009, il Prosecco prodotto a Conegliano Valdobbiadene acquisisce anche la DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

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